Uscire dalla
porta sul Sole
Aprire le
finestre di Cieli
In cui
proiettarsi nella Potenza trasparente
Scrollarsi
di dosso la rancorosa tumultuosa pioggia lavica della polvere
Farsi strada
nella foresta zampillante fuoco dell'aria tersa,
Aprirsi la
via nella selva selvaggia del divenire ampio e indocile,
Ammansire la
fiera feroce che scalcia strepita graffia e azzanna,
Incutere
timore alla morte quotidiana,
Scimmia
tronfia di sè,
Domare ogni
insidia di vento torrenziale di veleno,
Dominare la
furia irriverente di ogni demone impazzito,
Imbrigliarne,
cavalcarne la forza,
Ascoltare la
vastità selvatica delle nubi titaniche,
velieri che
solcano la trionfante avventura quieta del meriggio,
Essere il
grande Dio Pan del qui e ora,
Inabissare
la strega-negazione fino a dimenticarne la fisionomia,
Ammainare
ogni strepito imbelle,
Issare nel
blu ventoso oceano siderale una liquida bandiera di libertà fiera,
Vincere la
cautela di ogni assenza intricata arroventata di buon senso,
Perdere il
superfluo,
Scaricare la
zavorra,
Accantonare
ogni sterile battaglia,
Per poter
chiudere il cerchio magico
Dell'immane
vittoria della guerra per la Creazione,
Buttare i burattini
sacri in un cencio annodato,
Incendiare
la baracca,
Dimenticare
la password per la sconfitta,
Ammutinare
l'equipaggio pirata,
Prendere
possesso del galeone alato,
Decollare
nel calore vulcanico verticale dello splendente affilato luccicante radiore,
Pilotare
ogni clamore
Componendoli
in una sinfonia sagace di brezze auree e velocissimi galoppi aerei d'ogni
corrente d'armonia marina celeste e di suoni acquei fragorosi,
Cavalcare, Cavalcare
tutte le tempeste,
Rispondere,
alla provocazione del nulla:
Salpare,
Salpare gagliardi per i regni siderali dell'azzurro mistico poetare,
Prendendo
una rotta esatta che porti verso isole lontane di luminescente lucidità
d'aurora,
In cui
s'evapora ogni pensiero oscuro
Nell'aria
che spavaldamente sa già di primavera.
Giuliano Maspero (tutti i diritti riservati - opera legalmente registrata)
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