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(dettaglio di un mio dipinto)

sabato 18 febbraio 2017

ESCO.






Uscire dalla porta sul Sole




Aprire le finestre di Cieli 


In cui proiettarsi nella Potenza trasparente



Scrollarsi di dosso la rancorosa tumultuosa pioggia lavica della polvere




Farsi strada nella foresta zampillante fuoco dell'aria tersa,




Aprirsi la via nella selva selvaggia del divenire ampio e indocile, 





Ammansire la fiera feroce che scalcia strepita graffia e azzanna,




Incutere timore alla morte quotidiana, 

Scimmia tronfia di sè,





Domare ogni insidia di vento torrenziale di veleno,





Dominare la furia irriverente di ogni demone impazzito,




Imbrigliarne, cavalcarne la forza,






Ascoltare la vastità selvatica delle nubi titaniche, 

velieri che solcano la trionfante avventura quieta del meriggio,








Essere il grande Dio Pan del qui e ora,




Inabissare la strega-negazione fino a dimenticarne la fisionomia,




Ammainare ogni strepito imbelle,



Issare nel blu ventoso oceano siderale una liquida bandiera di libertà fiera,





Vincere la cautela di ogni assenza intricata arroventata di buon senso,



Perdere il superfluo, 






Scaricare la zavorra,

Accantonare ogni sterile battaglia,


Per poter chiudere il cerchio magico



Dell'immane vittoria della guerra per la Creazione,






Buttare i burattini sacri in un cencio annodato,


Incendiare la baracca,




Dimenticare la password per la sconfitta,


Ammutinare l'equipaggio pirata,




Prendere possesso del galeone alato,



Decollare nel calore vulcanico verticale dello splendente affilato luccicante radiore,









Pilotare ogni clamore





Componendoli in una sinfonia sagace di brezze auree e velocissimi galoppi aerei d'ogni corrente d'armonia marina celeste e di suoni acquei fragorosi, 








Cavalcare, Cavalcare tutte le tempeste,




Rispondere, alla provocazione del nulla:








Salpare, Salpare gagliardi per i regni siderali dell'azzurro mistico poetare,


Prendendo una rotta esatta che porti verso isole lontane di luminescente lucidità d'aurora,









In cui s'evapora ogni pensiero oscuro





Nell'aria che spavaldamente sa già di primavera.




























Giuliano Maspero (tutti i diritti riservati - opera legalmente registrata)

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