Mi avvolgo nel manto della Notte.
Indosso la Maschera della Solitudine.
Attendo.
Dipingo la stanza di fuoco d’opale.
In penombra, osservo il Silenzio
deformarsi, e assumere
nuovi Volti,
nuove Costellazioni.
Scruto nel centro lupesco dell’abisso.
Argentei occhi, selvaggiamente fraterni,
rispondono al mio sguardo.
La Musa, dall’alto.
Protegge i miei passi.
Ispira i miei pensieri.
Esco.
Esco nella notte,
satura di freddo,
aria di primavera incombente,
e libertà.
Una cantilena,
m’affiora alle labbra.
Cammino
fulgido,
stellato
e calmo,
come la notte,
tersa,
e ampia, immensa,
oceanica, fluttuante.
Mi fermo.
Schiocco 7 volte le dita.
Guardo in alto.
Tra me e me,
sussurro:
“Eccoti.”
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